Da Mozart a Beethoven by Eric Rohmer

Da Mozart a Beethoven by Eric Rohmer

autore:Eric Rohmer [Rohmer, Eric]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mimesis Edizioni
pubblicato: 2018-01-14T23:00:00+00:00


In altri termini

O, lasciando da parte l’autore di Essere e tempo, non diremo del tutto con Hegel, che il «reale è razionale e il razionale è reale»5, ma, come non ha detto, almeno in questo caso, che la musica e il mondo scoprono qui la loro essenza comune, perché sono entrambi pensati. Questa prima nota della domanda, questo re fondamentale, si pone come un inizio assoluto, a partire dal quale si organizza il divenire. Il tempo esprime da subito altamente il suo rifiuto a essere relegato al rango di forma astratta. Non più come un sentiero cadenzato da limiti regolari, semplice quadrante d’orologio, come per i barocchi. È l’oceano che bagna il destino e presiede alla trasformazione di ogni cosa, o più esattamente, la rende possibile, e di conseguenza, la crea. Il tempo nasce dalla musica e l’essere nasce dal tempo. È tramite il tempo che l’essere sorge dal nulla, affermazione eraclitea di tutto il pensiero moderno. La musica ci rivela l’essere nello stesso movimento in cui rivela il tempo nella sua realtà concreta e ci immerge nell’emozione che ci procura, ad esempio, la consapevolezza pura della sua irreversibilità. Ora, cosa ci può essere di più fondamentalmente irreversibile del senso di una domanda? Il tempo della musica diventa tempo orientato. Invece di installarsi nell’essere, in una specie di placida immobilità, corre dal nulla all’essere e dall’essere al nulla. È a questa dialettica, presente ogni momento nel larghetto e nell’allegro seguente, che questo quintetto deve la sua eccezionale profondità.

Non allontaniamoci con ciò tuttavia da Kant, che abbiamo proposto come filo conduttore. È certo che il problema dell’essere non occupa testualmente il centro della riflessione kantiana, ma, senza per questo assimilare “trascendentale” e “ontologico”, come pretendeva Heidegger, diremo, con il consenso di tutti, che Kant fu il primo a riconoscere il carattere concreto, perché sintetico, del tempo, e a sottolineare la differenza tra logica formale e logica trascendentale, tra generale e astratta. La certezza matematica è una certezza astratta. La certezza trascendentale si presenta nell’atto concreto di pensare, pur essendo allo stesso tempo più generale. Il privilegio della musica è, come si è visto, d’esprimere il generale senza passare per l’astrazione del concetto o del numero. Ma questa generalità resta comunque, la maggior parte delle volte, allo stato di potenzialità, di promessa non mantenuta. La genialità di Mozart sta nell’aver saputo, meglio di altri, mantenerla. È riuscito a dare alla generalità assoluta l’espressione della concretezza assoluta. La profondità trascendentale della musica non può essere percepita che nella grazia particolare di grandissime opere, che, senza togliere all’idea generale – e cosa ci può essere di più generale di quella dell’essere? – niente della propria generalità, fanno di quella non più un concetto, ma un sentimento così forte e inquietante da inquietare il nostro cuore.



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